Siamo a Pasqua: in un anno normale, complice anche il tempo stupendo di questi giorni, ci riuniremmo a pranzare con parenti ed amici la domenica per poi dedicarci alle tradizionali gite fuori porta del lunedi. Inutile dire che, per il secondo anno di fila, non sarà così.
Quando a dicembre 2019 cominciarono ad arrivare le prime notizie di una nuova malattia sviluppatasi a Wuhan, la maggior parte della gente non ci fece particolarmente caso: probabilmente venne vista come un’altra epidemia che coinvolgeva solo posti molto lontani da noi e che non ci avrebbe minimamente coinvolto, qualcosa, insomma, che, come l’Ebola o la SARS, avremmo conosciuto solo tramite i telegiornali. Ancora non sapevamo quanto fossimo in errore!
Il virus non è particolarmente pericoloso in sé e per sé, avendo un tasso di mortalità stimato attorno all’1-2%: per fare un confronto, l’Ebola ha un tasso di mortalità dell’85%, l’antrace del 90%, il Marburg del 65%. Oltretutto, la maggior parte dei deceduti sono stati pazienti che avevano patologie pregresse e per cui il COVID è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La vera pericolosità del virus sta nell’estrema facilità con cui si trasmette e nella capacità che ciò gli conferisce di saturare le strutture sanitarie fino al tracollo. Queste caratteristiche, accoppiate con il fatto che le autorità hanno sottovalutato il COVID nella fase iniziale, hanno fatto sì che questo virus assurgesse allo status di pandemia globale. Già, le autorità: di chi è la colpa della pandemia? Del governo cinese, che ha tardato a segnalare l’esistenza di un nuovo virus? O di quello statunitense, che ha impiegato più di 2 mesi prima di decidersi a sospendere i voli dalla Cina? Forse è un po’ di tutti i governi, che sono stati colti totalmente impreparati da un evento assolutamente imprevisto. Comunque, l’attribuzione della colpa è un giochino sterile che non porta a nulla. Fatto sta che dopo 16 mesi siamo ancora molto indietro nella soluzione di questo disastro e, se l’impreparazione poteva essere una scusa accettabile un anno fa, oggi non lo è più: al momento attuale esistono 12 vaccini, di cui solo 3 sono approvati per l’uso in Italia, e decine sono in varie fasi di sviluppo. Le imprese produttrici dei vaccini autorizzati avevano promesso milioni di dosi e ce ne hanno inviate poche decine di migliaia. Come ha reagito l’Unione Europea? Cosa ha fatto il governo italiano? La risposta è tanto semplice quanto disarmante: nulla! Nella nostra Toscana siamo poi arrivati all’assurdo che decine di dosi sono state buttate via!! Draghi, osannato da tutti come il nuovo salvatore della patria, per ora continua a fare le stesse cose faceva Conte: Draghi è indubbiamente una personalità di spicco, infinitamente più adatto del suo predecessore a gestire il Recovery Fund ed a organizzare la ripresa del dopo COVID, ma per ora non abbiamo bisogno di soldi ma di vaccini! Dove sono stati implementati massicci programmi di vaccinazione (Israele, Inghilterra, USA) la pandemia ha subito un’impressionante battuta d’arresto e la vita sta poco a poco tornando alla normalità. E qui da noi? Se procediamo con l’attuale ritmo di vaccinazione, raggiungeremo l’immunità di gregge nel 2035!! A questo punto non resta che da chiedersi qual è la causa di questi risultati: si tratta di malafede o di semplice incompetenza?