L’eccesso di leggi

Una delle condizioni poste dall’Unione Europea all’Italia per il Recovery Plan è la semplificazione normativa: infatti, come chiunque di noi sa bene, viviamo in un paese in cui ogni aspetto della vita è regolamentato dallo Stato. Quante sono le leggi esistenti in Italia? A partire dal 1861, anno di fondazione dello stato unitario, sono state emanate ben 187.000 leggi e di queste ancora 111.000 sono attualmente in vigore. Tra queste possiamo notare numerosi Regi Decreti e ben 21 atti firmati da Mussolini in persona. A queste bisogna aggiungere le numerosissime leggi regionali, i vari tipi di decreti, le delibere di natura amministrativa, etc. La giungla legislativa ha un notevole costo per le imprese, sia in termini di adeguamento normativo che in termini di tempo perso in procedimenti burocratici. Questi ultimi hanno una durata eccessiva appunto perché la Pubblica Amministrazione è rallentata da una normativa farraginosa e spesso contradditoria: basti pensare che l’Italia è da sempre uno dei paesi che meno usufruisce dei fondi europei proprio perché le lungaggini burocratiche pongono un freno alla nostra capacità di spesa. Si capisce allora che, per poter sfruttare in pieno le possibilità offerte dal Recovery Plan, una semplificazione sia non solo necessaria ma vitale. Altrimenti, si rischia di continuare a fare come in passato, dove una serie di misure mal progettate e peggio eseguite hanno portato ad uno sperpero di fondi senza nessun risultato tangibile.
Tuttavia, il Recovery Fund potrebbe anche avere, paradossalmente, l’effetto opposto: la necessità, da tutti sbandierata, di istituire una governance dei nuovi finanziamenti potrebbe appunto regalarci nuove norme e nuove istituzioni da dover foraggiare: un po’ come l’Idra, insomma, a cui dopo il taglio di una testa ne spuntano due.
Draghi, ricevuto come il salvatore della Patria al momento del suo insediamento, fino ad ora ha dato ben pochi segni di cambiamento rispetto ai suoi predecessori, continuando a gestire la crisi con i soliti DPCM, mostrando più continuità che rottura rispetto al passato. Tutto ciò a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi, dai ristori ai vaccini passando per le infami zone e microzone multicolori, appare improvvisato e mal organizzato. Insomma, se noi italiani riusciamo a tirare avanti spesso non è grazie allo Stato ma malgrado lo Stato.
Per ora possiamo solo continuare ad andare avanti, con la coscienza che a volte il momento più buio è proprio quello che precede l’alba.