Perché l’Italia è molto meglio di quanto l’Italiano medio pensi

Nel nostro paese, da sempre, la gente si lamente per qualunque cosa. E, se lo faceva in epoche relativamente prospere, a maggior ragione lo fa attualmente, con la crisi causata dal COVID e tutti i gravi problemi economici, sociali e psicologici portati dall’attuale contingenza.
Tuttavia, la maggior parte delle persone non ha idea della fortuna che ha ad essere nata ed a vivere in Italia.
Io, avendo vissuto 14 anni in Colombia ed avendo visitato oltre 40 paesi, penso di poter fornire qualche dato utile per mettere le cose in prospettiva.
Cominciamo con la Colombia, paese che conosco meglio: con un territorio grande quasi 4 l’Italia ed una popolazione di appena 49 milioni di abitanti, questo paese potrebbe essere estremamente ricco in quanto nel suo sottosuolo si trovano petrolio, gas naturale, oro, smeraldi, uranio, coltan e decine di altre risorse naturali. Se non lo è, è dovuto principalmente alla politica ed alla pubblica amministrazione, corrotte ed inefficienti. La corruzione permea ogni aspetto della vita pubblica colombiana, dal ministro che vuole una tangente miliardaria per concedere un contratto al poliziotto che ti chiede l’equivalente di 10 euro per non farti la multa per una lampadina bruciata della macchina. In teoria lo stato si occupa di sanità, ma il servizio è talmente povero ed inefficiente che per avere una vera copertura bisogna pagarsi un’assicurazione privata. Il prezzo è accessibile ed il servizio è abbastanza buono. Vale comunque la pena notare che in Colombia non si parla di “diritto alla salute” ma di “business della salute”: la prospettiva è totalmente differente rispetto alla nostra. Questa era la situazione prima del COVID. La pandemia ha fatto radicalmente peggiorare le cose, sia per quel che riguarda la sanità che per tutti gli altri settori. Vale anche la pena riportare la cifra dei ristori ricevuti dalle imprese colombiane: 0. Per quanto i ristori erogati dallo stato italiano e dalle regioni siano stati magri, per lo meno ci sono stati stati.
Passiamo a parlare del Venezuela: la dittatura comunista ha preso quello che era il più prospero paese dell’America Latina e l’ha trasformato nel più povero. La popolazione del Venezuela è ufficialmente di 28 milioni di abitanti. In realtà, probabilmente restano in Venezuela meno di 20 milioni di persone visto che si calcola che oltre il 20% dei venezuelani abbia lasciato il paese negli ultimi 6 anni, da quando, cioè, è cominciata l’iperinflazione. A proposito, quest’ultima è stimata attorno al 5500% annuo. La distruzione dell’economia del paese ha permesso alla nomenclatura comunista di saccheggiare il Venezuela. Per fare un esempio su tutti, Chavez, che era di famiglia poverissima, ha potuto lasciare alle sue figlie un patrimonio di diverse centinaia di milioni di dollari, accumulati costringendo alla fame il suo popolo ed utilizzando il paese come porto franco per i narcotrafficanti. Per capirci, lo stipendio mensile di un venezuelano serve a comprare un sacco di riso, e per comprare questo sacco di riso ci vogliono tra le 12 e le 15 ore di fila.
Qualcuno potrebbe fare la legittima obiezione che sto parlando di 2 paesi del terzo mondo e che tra i paesi più prosperi le condizioni sono sicuramente migliori.
Va bene, visto che mi son dilungato abbastanza finora, farò un paio di esempi rapidi.
USA: centinaia di migliaia di senzatetto, il più alto tasso di omicidi del mondo occidentale, sanità totalmente privata e carissima: un esempio pratico, un tampone COVID costa 1.500 dollari. Inoltre, nel paese che si proclama il più libero del mondo, si viene multati di centinaia di dollari per aver fatto cose come attraversare fuori dalle strisce o bere una birra per strada. Dove starà questa famosa libertà devo ancora capirlo.
Per quel che riguarda la limitazione della libertà personale, l’Australia è ancora peggio, visto che ogni aspetto della vita è regolamentato nei più minimi dettagli. Tra le cose più assurde c’è il divieto di possedere fionde: da noi sono considerate giocattoli, in Australia armi, al pari di una pistola. Per questo se uno viene scoperto con una fionda viene arrestato.
Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di paesi lontani e che sarebbe più logico confrontarsi con altri paesi europei.
Va bene. Vogliamo parlare dell’Inghilterra? In questo “bellissimo paese” se denunci un furto l’unica cosa che riverrai dalle forze dell’ordine sarà il numero di registrazione della tua denuncia. Dopo circa un mese ti chiameranno per dirti che il tuo caso è chiuso senza aver fatto assolutamente nulla. Ma se dimentichi di pagare una multa verrà la polizia a casa tua e ti arresterà, rilasciandoti solo dopo che hai pagato la multa originale con tutta una serie di balzelli e spese aggiuntive.
O vogliamo parlare di nazioni come Francia e Spagna, dove l’introduzione di leggi simili all’infame DDL Zan ha reintrodotto il reato d’opinione?
Potrei continuare a scrivere per decine di pagine e fornire centinaia di ulteriori esempi, ma, credetemi, ve lo dico per esperienza personale, l’Italia è ancora uno dei paesi con il miglior livello di vita al mondo, un rapporto abbastanza equilibrato tra lavoro e vita personale ed uno stato che, sebbene invasivo, non è eccessivamente liberticida.
Ci sono margini di miglioramento? Sicuramente.
Per questo rivolgo a tutti un messaggio: smettetela di lamentarvi e cominciate a protestare.
Se le cose non vi vanno bene, buttatevi in politica o scegliete una delle altre mille forme esistenti per partecipare alla vita pubblica e dare un utile contributo.
Se tutti faremo la nostra parte, potremo finalmente costruire una nazione da cui più nessuno voglia o debba andarsene.
Paolo Pregazzi