Ebbene – lo dico con assoluta fermezza – la legge che è uscita corretta dai nostri emendamenti dalla commissione era una legge accettabile, che Fratelli d’Italia avrebbe ulteriormente provato a migliore nel dibattito in consiglio, inserendo provvedimenti che agevolavano l’incrocio dei dati catastali immobiliari con gli Stati Esteri al fine di verificare che i richiedenti non fossero proprietari di immobili all’estero e superando il metodo più che discutibile della autocertificazione.
Ma andiamo per ordine e vediamo cosa è successo….
La legge regionale Toscana che regola l’assegnazione degli alloggi popolari prevede il requisito dei cinque anni di residenza come criterio d’accesso per poter fare la domanda. La stessa previsione normativa è presente nella legge regionale della Lombardia.
Un anno fa la Corte Costituzionale chiamata a esprimersi sulla legge lombarda ha dichiarato incostituzionale il requisito della storicità della residenza (dei cinque anni) come criterio d’accesso.
Le Sentenze della Corte Costituzionale hanno efficacia ex tunc (efficacia retroattiva), il che significa, nello specifico, che se un bando e la conseguente graduatoria vengono formati sulla base di una legge dichiarata incostituzionale decadono!
La legge regionale toscana non è stata dichiarata incostituzionale, ma è abbastanza chiaro (anche alla luce di alcuni ricorsi già avviati) che se la Corte fosse chiamata ad esprimersi adotterebbe lo stesso principio di diritto applicato in Lombardia.
E’ quindi opportuno – a meno che non si voglia esporre a decadenza tutte le graduatorie presenti con il rischio di creare il caos sociale – riformare anche la legge toscana.
Le varie sigle della sinistra, quella immigrazionista, quella sempre contro gli italiani ed a favore di chiunque altro, comprese alcune parti del Partito Democratico, hanno approfittato della sentenza della Corte Costituzionale per stralciare qualsiasi riferimento alla storicità della residenza e così provare a spalancare le porte delle Case Popolari a chi arriva il giorno prima, penalizzando famiglie di italiani (e immigrati regolari) che magari aspettano da anni, se non decenni, l’alloggio popolare.
La Giunta Regionale Toscana, su questo tema fortemente condizionata da una deriva immigrazionista, ha partorito un nuova proposta di legge regionale che non teneva conto della storicità della residenza nella assegnazione delle case.
Per settimane mi sono battuto in commissione per correggere quella Proposta ed inserire il criterio della storicità della residenza, anziché come criterio d’accesso (stante la dichiarata incostituzionalità), come criterio premiale, così da recuperare un legame tra residenza e assegnazione dell’alloggio popolare!
Ho, quindi, presentato un serie di emendamenti finalizzati a dare più punti nelle graduatorie per le case popolari a chi risiede da più anni.
Le mie richieste sono state accolte e approvate dalla commissione: e così è passato l’emendamento alla legge regionale sulle case popolari che introduce un sistema graduale di punteggio premiante a seconda degli anni di residenza.
SI PROPRIO COSI’, in Commissione Politiche Sociali siamo riusciti a modificare la proposta di legge approvata dalla Giunta Regionale che metteva sullo stesso piano per ottenere una casa popolare persone residenti in Toscana da anni con chi fosse entrato da pochi giorni nel nostro Paese. Ci siamo battuti fermamente per modificare la proposta di legge nel senso di introdurre punteggi premiali per chi residente da più anni in Toscana.
Se la Corte Costituzionale ha deciso che la residenzialità non può essere un vincolo di esclusione dall’assegnazione degli alloggi, grazie a Fratelli d’Italia diventa un criterio per acquisire più punti in graduatoria ed in Terza Commissione è passato a maggioranza un nostro emendamento alla legge regionale sugli alloggi Erp che introduce un sistema graduale di punteggio a seconda degli anni di residenza: sarà dato 1 punto a chi è residente da 3 anni, 2 punti per 5 anni, 3 punti per 10 anni, 3,5 punti per 15 anni e 4 punti a chi risiede da 20 anni. Inoltre, vengono considerati anche gli anni di permanenza in graduatoria (mezzo punto per ogni anno di permanenza in graduatoria, fino a un massimo di sei punti). Insomma con la nuova legge approvata in commissione tra storicità della residenza e anzianità di permanenza in graduatoria si possono ottenere fino a 10 punti (tanto per dare un riferimento lo sfratto esecutivo ne vale 2 e, solitamente, con 12 punti si ottiene la casa).
Ebbene – lo dico con assoluta fermezza – la legge che è uscita corretta dai nostri emendamenti dalla commissione era una legge accettabile, che Fratelli d’Italia avrebbe ulteriormente provato a migliore nel dibattito in consiglio, inserendo provvedimenti che agevolavano l’incrocio dei dati catastali immobiliari con gli Stati Esteri al fine di verificare che i richiedenti non fossero proprietari di immobili all’estero e superando il metodo più che discutibile della autocertificazione.
Cosa è successo?
E’ successo che la Lega ha presentato in maniera del tutto ostruzionistica circa duemila emendamenti che hanno fatto rinviare l’approvazione della legge a settembre. E così da bloccare i nuovi bandi per un altro paio di mesi e lasciare senza risposte quelle migliaia di cittadini toscani che aspettano l’uscita dei nuovi bandi! E a settembre che succederà…..?
Nel frattempo ci sono 80 mila famiglie toscane in emergenza abitativa e il 30 per cento di queste rischia lo sfratto entro la fine del 2021… e ci sono nel frattempo 3500 case popolari libere che devono essere assegnate… ma i bandi non potranno essere fatte!
Questo è quanto… a voi giudicare!