Perché la politica e le istituzioni devono impegnarsi per avere una banca con sede in Toscana? Non è un vezzo ma serve per avere un soggetto attento e vicino alle esigenze del territorio
Anche su MPS Giani e la maggioranza sono in grave ritardo e questo nonostante da parte nostra avessimo indicato con chiarezza una possibile traccia che assicurasse alla Toscana di mantenere una Banca con testa e gambe nel territorio, vedendo al contempo il coinvolgimento di investitori locali nel capitale!!!
Avere una Banca con sede in Toscana non è un vezzo ma serve per avere un soggetto attento e vicino alle esigenze di famiglie, imprese e enti locali, in poche parole un soggetto che quando decide a chi dare i soldi lo faccia anche considerando e privilegiando il legame e il dato territoriale.
A titolo di esempio ricordo come nel campo degli Enti Locali sia sempre più difficile trovare banche disponibili ad assumere la tesoreria dei medi e piccoli comuni; sotto questo aspetto è necessaria una solidarietà tra Comuni – sotto la Regia di ANCI – e l’idea potrebbe essere quella di una gara unica regionale (nella quale chi concorre per la tesoreria dei grandi comuni sia obbligato a fornire il medesi servizio anche ai piccoli comuni), che sicuramente attrarrebbe l’interesse di molti operatori anche per il riflesso in termini di quote di mercato.
Insomma c’è bisogno di una banca Toscana scevra dai condizionamenti della politica e profondamente condizionata, invece, dalle esigenze dei territori!
Durante la lunga discussione avvenuta in Consiglio Regionale mesi or sono Fratelli d’Italia non si è limitata a ribadire questa necessità ma ha anche indicato la via, che Giani aveva già apprezzato nel dibattito in aula e oggi, sembrerebbe, sposare pubblicamente e che passa per una riforma profonda di Fidi Toscana.
Secondo noi tre devono essere gli attori al centro di questo processo virtuoso in grado di salvare i posti di lavoro, dare un punto di riferimento creditizio a imprese, enti locali e famiglie e mettere conseguentemente al centro gli interessi della Toscana e dei Toscani.
- Fidi Toscana, che deve essere il soggetto pubblico che promuove questo soggetto di credito regionale;
- le Fondazioni Bancarie ancora presenti in Toscana, che – eccezion fatte per la Cassa di Risparmio di Volterra (MPS compresa) non hanno il controllo di alcuna banca – devono essere i soci di rilievo dell’operazione, anche sfruttando la possibilità di emettere categorie di azioni con diritti speciali a loro destinate;
- le Banche a vocazione regionale che hanno ancora sede in Toscana, partendo da CR Volterra e da quel che resta del Monte dei Paschi.
- Questo nostra proposta è una utopia?
No! Questo modello è il pilastro del sistema economicamente più forte d’Europa, ovvero del sistema creditizio tedesco, dove le Landesbanken a controllo regionale svolgono la funzione di sostegno ed indirizzo dell’economia dei territori, ruolo che nel caso della Toscana potrebbe essere svolto proprio da FIDI Toscana, valorizzando le competenze interne sviluppate nel corso dei decenni. (date un occhio a https://www.avvenire.it/ economia/pagine/banche- popolari-pilastro-sistema- tedesco).
Insomma – a nostro avviso – in questo periodo di profonde e rapide trasformazioni si deve avere il coraggio di immaginare qualcosa di nuovo e di migliore, che non deve essere per forza più grande, anzi potrebbe essere più piccolo ma più efficace: restare attaccati a schemi vecchi, ignorando le profonde trasformazioni del contesto circostante o per difendere interessi costituiti, significa accettare di soccombere.
Diego Petrucci
Consigliere regionale Toscana – membro esecutivo nazionale FdI