Sì al riscatto per chi ci vive da almeno 18 anni

Alloggi popolari, Petrucci (FdI): “Sì al riscatto per chi ci vive da almeno 18 anni”
“In Toscana ci sono 50 mila alloggi popolari, i nostri quartieri popolari cadono a pezzi e rischiano di essere un ghetto e una bomba sociale. Proponiamo che il 10% degli alloggi sia riscattato e con il ricavato si possa dare vita a un intervento di manutenzione straordinaria e finanziare nuove costruzioni”
Firenze 25/01/2022 – “Si al riscatto per chi vive in un alloggio popolare da almeno 18 anni! In Toscana abbiamo 50 mila alloggi popolari, buona parte si trova in una situazione di forte criticità ed alcuni addirittura in condizioni fatiscenti. I nostri quartieri popolari cadono a pezzi e rischiano di essere un ghetto e una bomba sociale. Proponiamo che il 10% di tali alloggi popolari sia riscattato e con il ricavato si possa dare vita a un intervento di manutenzione straordinaria e finanziare nuove costruzioni per dare risposte alla sempre più crescente richiesta di aiuto delle famiglie, l’emergenza sfratti di questi tempi è gravissima. Il principio di Fratelli d’Italia è “Quota 18”, ovvero si dia la possibilità, a chi vive in maniera continuativa in un alloggio popolare da almeno 18 anni, di riscattare quell’alloggio” dichiara il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, componente della Commissione Politiche sociali.
“Potremmo mettere in vendita, con il metodo del riscatto, circa 5000 alloggi in Toscana. Se moltiplichiamo per 30/40.000 euro ad alloggio, si potrebbe incassare una cifra importante: 150-200 milioni di euro, una cifra mai vista per compiere uno straordinario intervento di manutenzione per l’Erp regionale –sottolinea Petrucci- Pensiamo, inoltre, che si possano costruire nuovi alloggi popolari anche recuperando e rigenerando immobili fatiscenti nei centri storici delle città così da poter avere, anche in questo caso, due tipi di interventi positivi. 5000 famiglie toscane, con l’acquisto della casa, otterrebbero anche un riscatto sociale. Senza considerare che, chiaramente, la manutenzione di quegli alloggi sarebbe a carico del privato e non più del pubblico”