Lo diciamo con chiarezza la sanità toscana è soffocata da baroni e baronie

l modello di sanità che abbiamo a disposizione non è più in grado di dare risposte al bisogno di salute delle nostre comunità e sempre lo meno lo sarà in futuro, con una prospettiva che potrebbe assumere nei prossimi anni profili drammatici.
E questo – a differenza di quanto con enfasi sostenuto anche nei lavori degli Stati Generali della Salute dal Ministro Speranza – non solo per una carenza di risorse economiche; anzi, soprattutto, per una carenza strutturale ed una inadeguatezza del sistema salute, specialmente in Toscana, che è la conseguenza di anni di cattiva gestione della Sanità da parte della politica.
Il sistema è stato nel tempo oggetto di conquiste e battaglie di potere, più che di riflessioni su cosa fosse giusto fare, e le scelte sono state sempre più spesso compiute in conseguenza di tali battaglie. I centri di potere si sono negli anni concentrati non sul cosa fosse meglio, ma sul come conservare e preservare quel potere. Lo diciamo con chiarezza la sanità toscana è soffocata da baroni e baronie che intrecciano le proprie sorti professionali con quelle della politica e che sono causa ed effetto al tempo stesso di quelle vicende.
Si ha troppo spesso la brutta sensazione che le scelte vengano fatte non sul merito, ma in base alle tessere di partito; così come negli anni abbiamo visto il duplicarsi, a volte triplicarsi dei primariati all’interno dello stesso presidio, non per opportunità, ma per necessità di accontentare più di una persona e questo, parliamoci chiaro, a danno del merito, delle necessità delle strutture, delle risorse economiche. Tanto che siamo convinti che la prima risorsa con cui finanziare la sanità possa e debba essere la qualità della spesa, risparmiando in sprechi e spese inutili e inopportune!
Vi è una necessità di ripensare innanzitutto il governo della sanità, liberando le energie migliori dalla stretta delle baronie, liberando le scelte dalle logiche della politica, superando il concetto dell’uomo solo al comando e proprio in questa direzione noi proponiamo tre mosse: la scelta dei direttori deve essere di competenza del consiglio regionale su autocandidatura e non del presidente della giunta; le aziende devono essere guidate da un organo collegiale anziché da un organo monocratico del quale facciano parte con il direttore generale, quello amministrativo e quello sanitario, che non saranno più a nomina del direttore generale; deve essere istituita una commissione di vigilanza sulle nomine in sanità.
Riteniamo poi che debba essere ripensato – non solo rafforzato – il così detto territorio, dove la sfida delle Case e degli Ospedali di Comunità sarà determinante e non potrà essere sbagliata, a partire da chiarire che cosa, quali servizi, quali funzioni, quali strumenti, quali prestazioni, ci dovranno essere al loro interno: in questo sarà imprescindibile un quadro normativo regolatorio chiaro e trasparente. Gli ambulatori dei Medici di Medicina Generali e dei Pediatri di Libera Scelta, una diagnostica di base fissata per legge, un complesso di studi medici specialistici e di laboratori di analisi (anche in accordo con i privati), uno sportello farmaceutico – iniziative queste ultime in grado di recuperare risorse. Le attuali Case della Salute sono stati modelli estemporanei e incoerenti.
Altrettanto deve essere ripensato e rafforzato il sistema dei servizi domiciliari, a partire dall’opportunità di poter correttamente eseguire anche una diagnostica di base in servizio domiciliare, anche con modelli innovativi, quali la messa in servizio di mezzi mobili adeguatamente attrezzati che possano intervenire presso il domicilio del paziente, a partire dal ripensare il ruolo e le funzioni dei MMG, rafforzando l’istituto dell’infermiere di famiglia.
Infine non si può prescindere dalla necessità di aumentare il numero dei professionisti e le relative retribuzioni: più borse specialistiche per azzerare il delta tra medici laureati e borse a disposizione, possibilità di inserimento nel SSR dei medici laureati e dei medici specializzandi, possibilità – su base volontaria- di poter continuare a prestare servizio oltre la soglia di età attualmente individuata per legge, maggiori assunzioni di infermieri e di OSS con contratti adeguati, aumento dei salari!