È impensabile continuare a credere che tutti i servizi sanitari possano essere erogati dal pubblico!
Il pubblico deve decidere quali siano i servizi essenziali da erogare sulla base delle risorse economiche a disposizione. Dopodiché dare in convenzione al volontariato sociale e ai privati convenzionati le prestazioni che non è in grado di garantire. Purtroppo questa operazione non è mai stata fatta e ci troviamo con servizi triplicati anche nello stesso ospedale. Questa analisi porterebbe ad individuare sprechi e sperperi clientelari che pullulano nel nostro SSR. Come è possibile che nell’AOUP ci sia un primario ogni 7 posti letto e che si pensi ad aumentarli?
Ben vengano maggiori stanziamenti in questo importante servizio pubblico, ma vorremmo anche sapere in quale ambito la nostra Regione vorrebbe investire. Se arrivassero più fondi da Roma, questi soldi sarebbero destinati a costituire nuovi vertici apicali o a smaltire le liste d’attesa?
Il sottosegretario Gemmato ha spiegato che rispetto a quanto stanziato lo scorso anno per le liste d’attesa, le Regioni non sono state in grado di spendere 350 milioni di euro. A questi 350 milioni di euro si aggiungono 375 milioni di euro derivanti dal Fondo indistinto. Le Regioni hanno quindi a disposizione oltre 700 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa. Perché non vengono spesi questi fondi? Proprio oggi ho presentato una mozione in Consiglio regionale a sostegno dell’iniziativa del ministro Schillaci per istituire una Autorità di controllo sulle liste di attesa nelle Regioni. I soldi arrivano da Roma e poi non si capisce che fine fanno. Questa proposta apporterebbe un serio contributo alla razionalizzazione di cui parlavo prima.
Il dicastero guidato da Schillaci si sta impegnando in questa direzione e per la prima volta sta agendo concretamente per alzare gli stipendi di medici e infermieri. Per primo, dopo anni, ha alzato le remunerazioni dei professionisti e la sinistra anziché riconoscere questo importante traguardo, dice – addirittura – che le risorse in più per gli stipendi di medici e infermieri non possono essere conteggiate come fondi in sanità. Ma stiamo scherzando?
Mai nessun Governo della storia repubblicana ha investito così tanto in sanità. Nel 2019 (cioè l’ultimo anno prima della pandemia Covid) il Fondo Sanitario Nazionale ammontava a 114,5 miliardi di euro, oggi vale 136 miliardi. Una notizia che è stata salutata positivamente anche dal governatore Giani in un primo momento. Purtroppo oggi il Presidente di Regione si è rimangiato la parola, a quanto pare qualche esponente del suo partito ha storto il naso di fronte a quel flebile attestato di stima di Giani al Governo Meloni.