Si è svolta il 14 giugno una Commissione fiume congiunta Sanità-Aree Interne. Sono soddisfatto che, dopo le mie continue sollecitazioni (mozioni, interrogazioni, comunicati) il Consiglio regionale ponga il tema della sanità nelle aree montane e periferiche come tema di discussione. Ci sono alcune priorità da cui l’agenda sanitaria deve ripartire: occorre, intanto, trovare i giusti incentivi, non solo economici, per i medici che si rendono disponibili a svolgere il proprio lavoro nelle aree interne. La Regione deve attivarsi urgentemente affinché si trovino al più presto soluzioni per garantire la presenza costante di specialisti nei presidi ospedalieri periferici e montani.
Serve investire sui presidi sanitari delle aree interne, interrompendo lo smantellamento degli ospedali presenti e ripristinando i servizi tagliati. Tali presidi sono fondamentali nei territori per soddisfare i bisogni assistenziali delle comunità, garantendo l’adeguatezza delle cure e degli interventi. Gli ospedali di periferia, quelli che Enrico Rossi e Stefania Saccardi hanno progressivamente depotenziato e tagliato, continuano a costituire un punto di riferimento. Proprio per questo è necessario cambiare rotta rispetto alle scelte degli ultimi anni: il disimpegno del recente passato, nei confronti delle zone interne, di montagna, campagna e delle isole, è stata una scelta scellerata! Purtroppo, l’emergenza sanitaria del Covid ha messo in luce quanto tale scelta fosse profondamente sbagliata e quanto abbia indebolito tutti, le periferie sono state abbandonate ed i grandi centri super affollati.