Esistono due piani diversi del conflitto tra la Russia e l’Ucraina.
Il primo è quello politico: ovvero l’aggressione di uno Stato Straniero nei confronti di una Nazione (finalmente) libera. Da una parte un popolo aggredito e dall’altra un esercito di aggressori. I carri armati (per di più con la stella rossa), così come le ragazze di Kiev che preparano le molotov per tenere testa ai missili, richiamano ricordi ancora indelebili, manifesti stampati nella mente! È evidente che non si possa che stare dalla parte di chi, a schiena dritta e a fronte alta, lotta per la propria LIBERTÀ! Siamo tutti dalla parte dell’Ucraina: studenti, braccianti, operai siamo tutti con Voi e con il vostro sacrosanto diritto di essere liberi!
Nel 1999 (un’era politica fa) partecipai da rappresentante degli studenti al Festival Studentesco di Ilmenau (International Student Week) e incontrai anche la delegazione ucraina che ci raccontava come una intera generazione (la nostra) era cresciuta nel sogno europeo, sperando di liberarsi dall’oppressione del giogo sovietico! I ragazzi di Kiev mi raccontarono la loro voglia di imparare le lingue, la loro voglia di viaggiare e di vivere, di ascoltare la musica, di fare tardi la sera, il loro desiderio di andare a messa la domenica…. Tutte cose vietate dagli oppressori russi. Ecco pensare che quelle conquiste possano essere spazzate via in poche ore da il segno di quanto drammatica ed al tempo stesso definitiva potrà essere la resistenza Ucraina e di quanto sia giusto stare dalla parte di chi lotta per la libertà! Gli ucraini della mia età sognavano l’Europa e non sono disposti a rinunciarvi!
Esiste poi un piano geopolitico, dove i protagonisti (e gli antagonisti) cambiano: da una parte gli Stati Uniti e la NATO (difficile non intenderli come la stessa cosa) e la loro volontà di espansione, dall’altro la Russia e la propria volontà di rimanere polo autorevole e indipendente, nonché riferimento geografico dell’area euroasiatica! Nel mezzo l’Unione Europea (che è ancora troppo un’altra cosa rispetto all’Europa) e la propria incapacità di essere protagonista anche nel proprio contesto geografico.
Su questo piano l’Ucraina non c’è, non ci sono gli studenti, né gli operai, su questo piano il popolo ucraino e il suo sacrosanto diritto ad essere libero non è considerato. L’Ucraina è solo una pedina su uno scacchiere.
Su questo piano la guerra è iniziata nel 2014 quando gli Stati Uniti (Biden era vicepresidente) sostennero un colpo di stato che si concluse con la cacciata del presidente filo russo. La Russia poi si è ripresa la Crimea con un referendum; mentre nelle altre province è andata diversamente. I dati OSCE parlano di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas; e nel 2014 c’è stata la strage di Odessa ad opera di estremisti nazionalisti ucraini ai danni dei manifestanti che si opponevano al nuovo governo. Nel frattempo il figlio di Biden, Hunter, nel maggio del 2014 entra nel consiglio d’amministrazione della Burisma Holdings, compagnia ucraina del gas, con uno stipendio sembra di 50 mila dollari al mese.
E così si arriva ai giorni nostri nei quali Biden ha chiesto l’ingresso nella Nato dell’Ucraina, richiesta che è stata ritenuta inaccettabile dalla Russia, che non tollera le basi militari e i missili americani a 300 km da Mosca e… troppo vicini anche a Pechino. Da dicembre poi gli Stati Uniti hanno ulteriormente incitato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas. Il resto è storia di oggi.
Ecco se si ha a cuore quanto avviene sul piano che abbiamo definito politico, ovvero la libertà degli Ucraini, se si hanno a cuore quelle ragazze e ragazzi, donne e uomini che difendono la propria libertà, se si ha a cuore il popolo Ucraino ed il loro diritto ad essere libero non si può non tenere conto ed avere presente quanto avviene sul secondo piano, quello che abbiamo definito geopolitico. Specialmente se si hanno responsabilità a qualsiasi livello.
Altrimenti è la stessa strimpellante fanfara più preoccupata del proprio immediato consenso che della situazione della quale si occupa.
Gli Ucraini della mia età sognavano l’Europa, non la NATO!
Viva la pace?
Se si vuole la pace, e non è accettabile, né ammissibile, che non la si voglia, specialmente quando la sua assenza miete vittime innocenti, si deve lavorare sul piano secondo (quello geopolitico) e mi appare difficile credere a chi, invece, si muove sul piano primo (quello politico), specialmente se lo fa acquistando, o promettendo di acquistare, armi.
Mezzo miliardo di euro di armi per l’esattezza! A tanto ammonta l’impegno dell’Unione Europea, armi che distribuirà a chi? Agli studenti di Kiev, ai padri ed ai mariti dell’ucraina? E quale sarà la promessa… l’Europa o la NATO?