In Toscana serve una rivoluzione culturale. Ne parlerò al ministro Schillaci

Martedì nel dare il benvenuto al ministro Schillaci a Pisa, sede della blasonata Azienda Universitaria Ospedaliera, non potrò ahimè esimermi dal segnalargli come l’AOUP viva ormai più di ricordi che di certezze rispetto alle eccellenze internazionali del recente passato. Assistiamo infatti a continue fughe di professionisti, all’incapacità di sostituire in modo adeguato coloro che vanno in pensione e di continuare ad essere un punto di riferimento a livello nazionale capace di attrarre giovani laureati, medici e pazienti da ogni parte d’Italia. Le ultime selezioni per le borse di studio andate in buona parte deserte sono l’amara conferma di quanto da me denunciato.

Tutto questo ha una chiara responsabilità: la commistione tra politica e amministrazione ha prodotto un sistema inefficiente in cui sono i cittadini a pagare le conseguenze più gravi. Baronie e clientele hanno moltiplicato i vertici amministrativi e reso la gestione SSR farraginosa e dispendiosa. Non siamo i soli a denunciare quanto succede nella sanità e nel mondo universitario toscano, visto che ci sono diverse indagini della Procura a riguardo.

Anche oggi l’assessore Bezzini reclama più fondi da parte del Governo per gestire le liste d’attesa. L’assessore dimentica colpevolmente che Roma sta facendo la sua parte. Infatti sono in arrivo altri 25 milioni di euro aggiuntivi per ridurre le liste. Il Pd toscano continua a reclamare più risorse, quando il problema principale della nostra sanità non è solo la mancanza di soldi ma anche una disastrosa gestione. La sanità toscana ha bisogno di una rivoluzione culturale

Domani consegnerò al ministro della Salute un memorandum e le proposte di legge che, come Fratelli d’Italia, abbiamo scritto in Consiglio regionale in questi due anni e mezzo di legislatura.