Sono stato 3 giorni a New York a rappresentare la Regione Toscana, insieme alla collega Federica Fratoni ed al Presidente Eugenio Giani. Una esperienza importante che mi ha insegnato moltissimo e che spero possa portare frutti alla nostra comunità.
C’è tantissima Italia a New York e tanta Toscana: abbiamo incontrato il Presidente del “Metropolitan Opera” per la prima della Boheme, di Giacomo Puccini, con le scenografie di Franco Zeffirelli. Il MET significa 220 alzate di teatro da settembre a giugno per 300 milioni di dollari di fatturato annuo, di cui solo l’1% da contributo pubblico.
Il prossimo anno sarà l’anno Pucciniano e la Toscana dovrà celebrare in maniera importante questa ricorrenza, a mio giudizio con due obiettivi principali: portare Puccini nelle scuole e nelle piazze e provare a parlare al mondo attraverso di lui. Spero che siano state gettate delle buone basi.
Il prossimo anno saranno anche i 500 anni da quando Giovanni da Verrazzano, toscano anche lui, per primo scopri’ la baia di New York, tant’è che il primo ponte che si incontra entrando dall’Oceano è a lui dedicato. La Regione Toscana si sta preparando per questo evento, che penso debba essere sfruttato per rafforzare i rapporti con New York.
C’è tanto, tantissimo amore per l’Italia a New York da parte degli Italo-Americani che continuano a distanza di anni a custodire e coltivare la loro identità. Abbiamo partecipato da Cipriani alla serata di Gala del NIAF (National Italian American Foundation), una delle fondazioni più potenti degli Stati Uniti, e mi sono commosso a sentire gli interventi di coloro che ricordavano le loro origini italiane mentre scorrevano le immagini dei loro successi che si sovrapponevano alle foto di nonni e bisnonni arrivati in America con la classica valigia di cartone. Ecco tanti di loro hanno costruito grattacieli.
Così come mi ha colpito la bandiera della Toscana sul palco della comunità italiana di Staten Island che ci ha ricevuto al Museo di Garibaldi e Meucci, anche lui toscano ed inventore del telefono; se possiamo definire l’epoca moderna come l’epoca delle telecomunicazioni, proprio Meucci e Marconi ne sono i fondatori. Nell’occasione ho potuto conoscere i responsabili della IHCC (Italian Heritage and Culture Committe), i rappresentanti dell’Accademia della Lingua Italiana all’estero, i rappresentanti di Radio Hofstra University che ogni sabato fa due ore trasmissione in italiano ed a cui ho dato la mia graditissima disponibilità a partecipare. Ogni anno questa comunità manda studenti americani all’Università’ di Pisa per alcune settimane, mi farà piacere seguire questo progetto e provare a rafforzarlo. Ne parlerò con il Rettore.
Ci sono tantissime opportunità per la Toscana a New York: abbiamo incontrato presso ICE – istituto per il commercio estero una cinquantina tra investitori ed avvocati d’affari della comunità Italo-americana interessati ad investire in Toscana ed è stato lì che ho avuto la conferma di quanto sia importante per le istituzioni creare e coltivare questi rapporti, farsi da ponte; del resto non è certo una novità: da sempre l’uomo costruisce rapporti commerciali a giro per il mondo.
In particolare mi ha colpito (perché magari non te lo aspetti proprio) una società interessata a investire in prodotti cinematografici in Toscana, ho parlato loro degli Studios di Tirrenia e parlerò di questo contatto al Sindaco di Pisa.
C’è tantissimo interesse per la Toscana a New York: abbiamo incontra a pranzo all’italianissimo Ristorante Il Gattopardo circa 30 giornalisti di testate che si occupano di viaggi e abbiamo mostrato loro, attraverso dei bellissimi video emozionali, quanto sia straordinaria la nostra Terra!
Ecco in queste poche righe spero di aver riassunto, almeno in parte, il senso e lo spirito di questi giorni.