La Regione si attivi per far rivedere le norme sui tagli colturali. Fondamentale per prevenire il dissesto idrogeologico.
Presentata una mozione in Consiglio regionale per affrontare il problema in Conferenza Stato-Regioni, sono a rischio le imprese del settore.
La Toscana è una delle Regioni d’Italia che contribuisce in maniera più significativa al volume complessivo dei boschi sul territorio nazionale, con il 10,4% del totale. I boschi, infatti, costituiscono ben il 47% della superficie totale del territorio regionale. Gli ultimi tragici episodi di maltempo, verificatisi anche nella nostra Regione, dimostrano l’importanza cruciale della cura del nostro territorio e quanto gli operatori del settore abbiano un ruolo fondamentale nel prevenire il dissesto idrogeologico. I numerosi obblighi burocratici a cui sono soggette alcune aree boschive, in particolare quelle sottoposte a vincolo paesaggistico, costituiscono un vero e proprio scoglio per le imprese del settore.
L’articolo 1 della legge regionale 52 del 2021, che tentava in modo maldestro di superare il problema, è stato impugnato e bocciato dalla Corte Costituzionale. Come abbiamo ribadito più volte, il vizio di incostituzionalità era evidente e avrebbe potuto arrecare un danno agli operatori che si sono visti rilasciare permessi regionali con il rischio, poi, che i carabinieri forestali contestassero i tagli.
Abbiamo quindi presentato una mozione in Consiglio regionale, sperando che possa essere condivisa anche dalla maggioranza, affinché la Regione Toscana sollevi urgentemente il problema in Conferenza Stato-Regioni, confrontandosi con il Parlamento e con il Governo. Sono a rischio il nostro territorio e anche molte imprese che si vedono costrette a lavorare a singhiozzo a causa delle eccessive briglie imposte dalla burocrazia.